NM: Il 30 gennaio, parte dei membri della redazione di Nimanì Rivista (tra cui io) con la Mati sono (cioè siamo) andati in spedizione all’evento di Keep Hush all’Apollo, dove abbiamo potuto assistere in particolare ai set di Evissimax e Sgamo, dato che gli altri hanno suonato o troppo presto (e Nimanì rivista si muove sempre a tarda notte), o troppo tardi (e a Nimanì rivista ad una certa ora gli viene anche sonno). Il tragitto si è svolto sulle note del nuovo album di FKA Twigs, già recensito sul solertissimo profilo instagram della rivista (Nimanì rivista), finchè uno dei nostri peggiori redattori (di cui non facciamo il nome per evitare che Eddy si offenda) non ha scoperto di aver lasciato il telefono in strada [N.d’E. Non temete, è stato ritrovato], tanto che ha dovuto ricomprare il biglietto in loco, e pure a prezzo maggiorato. L’Apollo piace molto a Nimanì rivista nonostante sia un locale estremamente fighetto, ed ha fatto uno strano effetto vederlo senza coda, perchè di gente, tutto sommato, ce n’era poca. Il controllo dei biglietti si è pertanto svolto con velocità inimmaginabili per certe serate altrove, dove i minuti di coda si allargano fino a costituire essi stessi parte integrante della serata in discoteca, come ai provincialotti piace chiamarla. Una volta entrati, la Mati, come sempre, ha mollato la sua giacca al guardaroba. Noi di Nimanì Rivista non l’abbiamo fatto perchè non soffriamo il caldo, e perchè abbiamo un insetto in testa che ci ripete costantemente che stare quattro ore dentro un locale a sudare è meglio che spendere dai 3 ai 5 euro in più per mollare la giacca. Redazione di Nimanì rivista sempre più avanti degli altri.
Una volta varcate le soglie, siamo stati avvolti dai vibranti bassi dubstep che ha sfornato Andrewww in chiusura del suo set che purtroppo ci siamo persi, e davanti a noi… ma lascio la parola al mio collega.
EC: Ho perso il telefono, pagato 15 euro extra e NN mi ha appena detto in maniera subdola (ma comunque ho capito tutto) di essere il peggior redattore di Nimanì Rivista. La serata è già rovinata prima di partire. Che poi volevo ascoltarmi Eusexua ma i Nicolò continuavano a confabulare nomi a me e alla Mati sconosciuti, provare tecniche di approccio wireless sicuramente originali e guidare in maniera spericolata. A parte il kebabbaro che mi ha detto “certo bello” quando gli ho chiesto di usare il bagno, è fin qui una serata terribile.
Devo però ammettere che la location scelta dai finora tanto criticati compagni di viaggio ha i suoi perché: siamo entrati nella pista da ballo, stupiti dalla quantità di persone intorno al set. Nel senso che erano poche persone. Meglio, almeno abbiamo potuto guadagnare posizioni e trovare un luogo in cui stanziarci, appoggiare i nostri giubbotti (recuperando 5 dei miei 15 euro persi) e goderci lo spettacolo, comodi e abbastanza vicini. La scelta delle luci era semplice ed efficace: quasi sempre illuminati di verde, i corpi danzanti venivano alle volte colpiti da una luce chiara, bianca e accecante, per poi tornare al verde, ormai colore comfort. Sopra al set c’era una di quelle classiche palle da disco, che ai miei occhi inesperti sembrava enorme in proporzione al modesto spazio occupato dal set. Magari è normale e sono strano io. Magari.
Dietro di noi (eh no, non darò indicazioni più precise) c’erano spazi vuoti, ogni tanto occupati da coppiette che si scambiavano effusioni amorose, dove comodissime poltrone e divani costituivano (in altre serate, visto che in questa non c’era nessuno) l’equivalente della pausa zz per chi non fumasse, un luogo di pace e riposo tra un ballo e un altro.
Il bar era super chic, con la classica muraglia di alcolici messi ordinatamente in esposizione, due barman vestiti a puntino e tecniche di servizio da show. Tutto bello eh, ma se poi per un drink mi fai pagare 12 euro e me lo servi in un bicchiere di carta, posso anche tenermi i miei soldi. Così penso fiero, mentre il mio portafoglio piange tutti gli spiccioli buttati via fino a quel momento. Ora c’è una Dj che sta suonando, che sembra aver subito attirato l’attenzione di NF e NM…
NM: Top Evissimax l’avevamo già sentita in una serata della Fashion Week e non aveva spaccato come ieri sera, e, nonostante l’ambientazione un po’ svuotata non si prestasse particolarmente a certi pezzi più grevi/industrial, come ha gestito la dinamica del set ha funzionato molto più (a mio modestissimo parere, calpestatemi se sbaglio) di quella di Sgamo (che comunque ha spaccato, ci tengo a precisare). Ogni drop della Contessa (questo il soprannome che Nimanì rivista ha scelto per Evissimax) era diverso, mixava le tracce senza che si sentisse che stava cambiando, a volte invece coattate potentissime (se non capite il lessico tecnico allego in fondo un breve glossario del dialetto nimaniano). Da pezzi più latin, electro Break, kick in 4 duro e puro, poi di nuovo in variatio, qualcosa di più melodico, in 50 minuti (all’incirca) ha esplorato tutta la mia ristrettissima cultura musicale. Io che non sono un technoboy da tempio come la Mati non mi sono stancato.
Non abbiamo ascoltato la chiusa del set perché è stata richiesta la fisiologica pausa zz. Quando siamo rientrati c’era già Sgamo ma di lui è meglio che parli chi è rimasto più gasato.
EC: oh ma quanto è forte sto tipo dalla barba lunga e con l’americanissimo cappello nero. Così ho pensato per tutta la durata del set di Sgamo, e mi sembrava un’opinione condivisa vedendo come se la gasavano anche i miei compagni di serata: NM muoveva, timidamente, anche le braccia (segno di massima partecipazione) e NF mi colpiva con sguardi pregni di goduria, cercando alle volte di comunicare qualcosa, ma non si capiva niente (e io non penso di aver nascosto benissimo la cosa). Comunque, tornando al set: Sgamo ha fatto delle build up molto cariche, che continuavano a farti pensare “e ora?!”, per poi sganciare uno dei drop più potenti e ignoranti che l’orecchio umano abbia mai sentito. Una piccola pecca è che appena la gente iniziava a saltare al drop, il nostro interrompeva tutto, ricominciando con un’altra build up. A quanto pare va di moda fare questa cosa, chissà perchè. È il set che, tra i due, più mi sono goduto, forse anche perché mi ero ormai abituato all’ambiente fino a quel momento a me sconosciuto.
E questo magari è perchè sono io che non capisco nulla di DJing, mixing, cutting e quant’altro, o forse i miei amici e colleghi hanno apprezzato di più Evissimax perché erano semplicemente ammaliati dalla bellezza e movenze della “contessa” (tengo a precisare che il processo creativo che ha partorito questo nominativo non mi ha visto coinvolto).
NM: Smettila di fare il figo, è un bellissimo soprannome. Comunque dopo aver ascoltato sgamo NF era veramente stanco e quindi siamo tornati a casa. E non ci siamo neanche fermati al routinario fastfood/paninaro stradale perchè: per resistere bisogna rinunciare (segnatevela)
Commento della Mati: [non ha commentato, probabilmente si sente superiore alla Nimanì Rivista]
Commento di N.F. (ero veramente stanco a fine serata, è vero, ma mi sono divertito: foto e video lo confermano ma d’altronde guantanamera, guajira guantanamera)
Glossario:
Coattate: transition brusche, fade in e fade out una sull’altra, a volte non funzionano, a volte caricano il triplo. Evissimax caricava.
Tempio: Ovviamente il Tempio del futuro perduto.
Pausa zz: pausa sigaretta, è fisiologica, un rituale che rimette in contatto le menti del gruppo e rilassa i timpani. Di solito dura una ventina di minuti.